Lo scorso weekend oltre 800 persone da tutto il Canada hanno partecipato alla quattro-giorni culturale alla Famee di Woodbridge
Profili e temi di alto livello al Congresso dei friulani
Presente una folta delegazione italiana. Il ministro Fantino: «Importante la mostra sul Pier 21»
(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)
TORONTO – Cultura, arte, scienza, gastronomia e turismo. I contenuti dei seminari hanno abbracciato una vasta gamma di argomenti, rendendo il congresso della “Federazione dei fogolârs furlans del Canada” uno degli eventi più importanti degli ultimi anni per l’associazionismo friulano. Profili di alto livello hanno fatto da relatori alla quattro-giorni che si è svolta alla Famee Furlane di Woodbridge (al 7065 di Islington Avenue) durante il weekend del Ringraziamento, e che ha visto la partecipazione di olte 800 persone da tutto il Canada.
Tema del congresso “Reconnect”, ovvero rafforzare i legami tra giovani e anziani, tra il Nuovo e il Vecchio Continente, tra una costa e l’altra del Paese della foglia d’acero. Presenti eccellenze di origine friulana come Louis Francescutti, presidente del Royal College of Physicians and Surgeons of Canada, e Julian Fantino, ministro per la Cooperazione internazionale, oltre a una delegazione italiana composta da Pietro Pittaro, presidente di Ente Friuli nel Mondo, Edi Sommariva, direttore generale dell’Agenzia Regionale Turismo del Friuli Venezia Giulia (in rappresentanza dell’assessore Federica Seganti), e lo storico Enos Costantini. In sala c’erano anche Ivano Cargnello, al vertice della “Federazione dei fogolârs furlans del Canada”, rappresentanti dei sedici club friulani presenti nel Paese e Tullio Guma, neo console generale d’Italia a Toronto.
Il congresso è iniziato venerdì sera e ha concluso i lavori lunedì mattina, lavori organizzati in buona parte dal gruppo giovanile 20-Somethings. Il “cuore” della kermesse si è svolta sabato e domenica con numerosi workshop. Sabato il dottor Francescutti ha parlato di salute e incidenti. Carrie-Ann Smith, chief dell’Audience engagement al Pier 21, ha presentato un seminario sull’immigrazione italiana attraverso il famoso molo di Halifax, diventato museo nazionale. «Ho notato con piacere che è stato dato ampio spazio alla mostra sul Pier 21, molo in cui sono sbarcati tantissimi di noi. Questo è un punto di riferimento importante, che nessuno potrà mai dimenticare», ha commentato Julian Fantino. Gabriella Colussi-Arthur, docente alla York University, ha discusso della ricchezza della lingua friulana e delle diverse forme di questo parlato. Nadia Mior, ricercatrice alla McMaster University, ha invece esposto una ricerca sulla scelta della lingua degli anziani immigrati friulani nell’esprimersi, a seconda del tipo di conversazione. Enos Costantini, storico e scrittore di Cividale del Friuli, ha poi tenuto dei seminari sull’origine dei nomi, cognomi e nomignoli friulani, sull’origine dei nomi di paesi e città friulani, e sulla storia dei vini friulani. Il giovane Carmen Spada ha fatto un approfondimento sulla forma più autentica della musica friulana, “la Villotta”, mentre Angelo Boschetti ha parlato di come acquisire la cittadinanza italiana. Infine Alberto Gris e Alberto Milan hanno dato lezioni di vino. La giornata di domenica è iniziata con un giro turistico a Toronto condotto da Dino Radocchia.
Poi si è passati alle lezioni di cucina degli chef Gianni Ceschia e Daniele Mezzolo, per concludere con il workshop di Edi Sommariva sulle mete turistiche più belle del Friuli Venezia Giulia. Si sono esibiti in diverse riprese i musicisti Michael Ciufo, Carmen Spada, John Lettieri e Flavio Battiston, e per tutta la quattro giorni è stato possibile visionare le mostre d’arte di Lorena Santin-Andrade, Maria Cozzi, Mario Della Rossa e dello stesso Ivano Cargnello, presidente della Federazione friulana del Canada. Il congresso è caduto nell’anno dell’80º anniversario della Famee di Woddbridge, e nell’anno in cui è stato istituito un consolato canadese a Udine. «Questo è motivo di grande orgoglio – ha concluso il ministro Fantino – Sono rare deleghe del genere, quindi è un grande segno di rispetto del primo ministro Harper nei confronti della nostra comunità. È stato un lavoro di squadra con le maggiori istituzioni regionali, con la speranza che il consolato porti all’estensione dei rapporti tra il Canada e il Friuli. Che è il tema di questo congresso».
Pittaro: «Creare le condizioni per il business»
(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)
TORONTO – Lavorare a stretto contatto con l’assessorato regionale all’Industria, alle Infrastrutture e al Turismo per fare business con il Canada. Questa è la nuova politica di Pietro Pittaro, presidente di Ente Friuli nel Mondo, organismo di riferimento per tutti i friulani residenti all’estero. L’imprenditore del settore vitivinicolo ha raccontato il nuovo “modus operandi” dell’ente durante il congresso legato alla “Federazione dei fogolârs furlans del Canada” che si è tenuto alla Famee di Woodbridge durante il weekend del Ringraziamento.
Come nasce questa sinergia con Turismo Fvg?
«Il concetto è semplice, se non creiamo una “filiera” non otteniamo nulla. È dura farla capire ai politici, quindi io cerco di far conoscere loro le realtà friulane all’estero. Quando toccano con mano strutture come quelle di Toronto cambiano idea. Se vogliamo veramente che i giovani abbiamo nuovi rapporti con la “terra madre” dobbiamo creare le condizioni per il business».
A cosa può portare questa “filiera”?
«Abbiamo friulani che hanno fatto successo in tutti i campi, da Francescutti (presidente del Royal College dei medici e chirurghi del Canada, ndr) a Collavino (importante costruttore, ndr) a Fantino (ministro per la Cooperazione internazionale, ndr). L’obiettivo è mostrare ai canadesi cos’è il Friuli e ai friulani cos’è il Canada, in un rapporto bilaterale. In questo modo si fa business».
Il tema del Congresso era “Reconnect”, cioè rafforzare i legami tra giovani e anziani. Concetti molto cari al suo Ente.
«Esatto. Il prossimo anno festeggeremo il nostro 60° anniversario, il cui titolo sarà “Friuli nel mondo, il mondo in Friuli”. Vogliamo ospitare a Udine relatori da tutto il mondo, che abbiamo sulla quarantina d’anni, che ci vengano a dire come vogliono estendere le relazioni con il Friuli».
Il presidente del Royal College of Physicians and Surgeons of Canada parla al Corriere di salute
Francescutti: «Ripensare al futuro del sistema sanitario nazionale»
(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)
TORONTO – «Il nostro sistema sanitario contribuisce alla salute della gente solo per il 20-25 per cento. Quindi dobbiamo pensare al futuro in maniera diversa». Affermazione sbalorditiva. Ancor più sorprendente se arriva da Louis Hugo Francescutti, presidente del Royal College of Physicians and Surgeons of Canada. Il luminare, che ha genitori friulani e passaporto italiano, è intervenuto al congresso della Famee Furlane di Woodbridge lo scorso weekend, tenendo un seminario su salute e incidenti.
Quali sono le sfide più grandi che sta affrontando nel suo prestigioso ruolo?
«Stiamo lavorando perché la professione medica pensi in maniera diversa, e credo che abbiamo fatto notevoli progressi negli ultimi anni. Ma adesso sono altre le domande che dobbiamo porci, ad esempio: “Cosa è che fa stare veramente in salute la gente”?».
Pensare in maniera diversa è una questione di educazione?
«Penso che sia una conversazione difficile. Si tratta di un settore da due miliardi dollari all’anno, e il governo vuole questo cambiamento perché non è più in grado di sostenere la spesa, se non con l’aumento di tasse».
Quali sono i maggiori fattori di rischio per la nostra salute?
«Si stima che il 50 per cento delle morti nei Paesi sviluppati sono prevedibili. Sono tre i fattori di rischio: fumo, inattività fisica e malnutrizione, che contribuiscono a quattro malattie gravi come diabete, cancro, malattie cardiovascolari e problemi polmonari cronici. Per le persone sotto i 44 anni gli incidenti sono la maggior causa di morte, mentre per quelli sotto i 34 anni sono gli incidenti stradali. Noi lavoriamo per ridurre gli incidenti».
Quali sono i “fattori” della salute, se il sistema sanitario contribuisce solo per il 20-25%?
«Dobbiamo ampliare il nostro approccio alla salute, includendo nei nostri ragionamenti l’amore, la felicità, l’istruzione, lo stato sociale e di reddito, la nutrizione, le condizioni lavorative, la cultura, forte reti di sostegno sociale e spirituale e altri fattori».
Quali sono i suoi impegni futuri?
«Diventerò presto presidente della Canadian Medical Association, cercando di portare avanti questo processo di cambiamento».
Sommariva, direttore generale del Turismo, descrive la strategia del “passaparola”
“Stupire” è la parola chiave della Regione Fvg
(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)
TORONTO – «Il nostro obiettivo è stupire. I turisti stranieri considerano il Friuli Venezia Giulia la Regione che li sorprende di più rispetto alle loro aspettative. Vuol dire che stiamo lavorando bene, e che i friulani sono brava gente». Parola di Edi Sommariva, direttore generale dell’Agenzia Regionale Turismo del Friuli Venezia Giulia, presente al congresso dei friulani che si è tenuto lo scorso weekend alla Famee di Woodbridge. Sommariva, giunto in rappresentanza dell’assessore regionale al Turismo Federica Seganti, domenica ha tenuto un workshop sulle mete più belle e sulla nuova strategia turistica regionale.
Quali sono i motivi della visita a Toronto?
«Tutto nasce da un accordo che abbiamo stipulato qualche mese fa con Pietro Pittaro (presidente di Ente Friuli nel Mondo, ndr), che si basa sul considerare le comunità friulane nel mondo come ambasciatori del “made in Friuli”. È stata un’intesa a prima vista (quella con Pittaro, ndr): l’accordo vede nelle comunità friulane un sistema di accompagnamento delle politiche di incoming che il Friuli sta mettendo in piedi».
Qual è la strategia turistica che state sviluppando?
«Crediamo nella promozione della Regione attraverso il “passaparola”. È un meccanismo che funziona sempre, il 60 per cento dei nostri turisti stranieri viene per il passaparola, e chi meglio dei friulani che sono integrati nelle società in cui operano possono usare il passaparola».
Questa è la sua prima volta nel Paese della foglia d’acero?
«È la prima volta in Canada, e la prima volta in una Famee all’estero. Ho iniziato ad occuparmi di turismo per la Regione solo il 2 gennaio scorso, quindi è lunga “la scalata in bicicletta allo Zoncolan”. Sono rimasto impressionato dall’organizzazione e dal complesso della Famee di Toronto. Forse i friulani non conoscono abbastanza i friulani nel mondo, e io cercherò di farglielo sapere».
La strada non è semplice.
«Sappiamo che operando su mercati lontani come in Canada paghiamo un grosso handicap, è cioè che l’Italia è conosciuta per Roma, Firenze e Venezia. Dobbiamo puntare sulla diversità dell’esperienza friulana».
Qual è l’mmagine della Regione che volete veicolare?
«Abbiamo tanti turismi potenziali, non solo per l’olografia, passiamo dalla gita al mare allo sci in montagna, ma anche per le culture e per la gente. Pensiamo solo alla cucina, unica nel suo genere perché contaminata dalla Germania, dalla Slovenia, dalla Croazia, dagli antichi romani, etc. Noi stiamo lavorando a questo: costruire un valore del brand Friuli Venezia Giulia».
A quanto ammonta il suo budget per il Canada?
«Noi abbiamo un budget per mercati. Fino a ieri abbiamo puntato molto sul turismo di prossimità, quindi Austria, Germania, etc. Oggi abbiamo capito che dobbiamo guardare molto più lontano, e nello specifico vogliamo sia un turismo di ritorno dei friulano-canadesi, ma anche un turismo di tutti i canadesi. Metteremo delle risorse nel 2013, e cercheremo di dialogare attraverso le nuove tecnologie, meno costose e più efficaci».
Il diplomatico riprende la sua attività in Canada e dice: «Stupendo il congresso»
Il neo console: «Tornare qui è come ringiovanire»
(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)
TORONTO – «È stato stupendo partecipare al congresso dei friulani per i contenuti dell’iniziativa, per il numero di presenti e per la bellezza della struttura. Ma non mi stupisco perché i friulani sono sempre stati molto ben organizzati, e personalmente li conosco bene perché mia moglie è friulana». Il riguardevole commento è di Tullio Guma, neo console generale d’Italia a Toronto, giunto durante il congresso dei friulani che si è svolto lo scorso fine settimana alla Famee di Woodbridge. Per il diplomatico si tratta di un ritorno nel Paese della foglia d’acero, dato che dall’87 all’inizio del ’92 lavorò come consigliere sociale all’Ambasciata di Ottawa, avendo contatti con tutte le comunità italiane in Canada. «Dopo aver fatto l’Ambasciatore in Ghana e ancor prima in Zambia, tornare qui è come ringiovanire – ha affermato Guma – Perché il lavoro consolare è molto di contatto con i connazionali, e poi il primo approccio con Toronto è stato emozionante». Il compito del console è anche quello di essere da “trait d’union” tra l’Italia e la circoscrizione di Toronto. «Io cercherò sin da subito di stare vicino alla nostra comunità, e di curare i rapporti con le autorità provinciali dell’Ontario in tutti i settori, da quello politico a quello universitario», ha aggiunto. Puntando molto sulle nuove generazioni, come sta facendo il club friulano di Toronto. «Il fatto di vedere tanti giovani mi fa piacere ed è molto importante. Un’altra nota di merito per la Famee di Woodbridge», ha concluso Tullio Guma.