Conclusioni e foto di Reconnect Fogolârs

da | Ott 19, 2012 | Notizie

Lo scorso weekend oltre 800 persone da tutto il Canada hanno partecipato alla quattro-giorni culturale alla Famee di Woodbridge

Profili e temi di alto livello al Congresso dei friulani

Presente una folta delegazione italiana. Il ministro Fantino: «Importante la mostra sul Pier 21»

(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)

TORONTO – Cultura, arte, scienza, gastronomia e turismo. I contenuti dei seminari hanno abbracciato una vasta gamma di argomenti, rendendo il con­gresso della “Federazione dei fogolârs furlans del Canada” uno degli eventi più importanti degli ultimi anni per l’associa­zionismo friulano. Profili di al­to livello hanno fatto da relatori alla quattro-giorni che si è svol­ta alla Famee Furlane di Woo­dbridge (al 7065 di Islington Avenue) durante il weekend del Ringraziamento, e che ha visto la partecipazione di olte 800 persone da tutto il Canada.

Tema del congresso “Re­connect”, ovvero rafforzare i legami tra giovani e anziani, tra il Nuovo e il Vecchio Conti­nente, tra una costa e l’altra del Paese della foglia d’acero. Pre­senti eccellenze di origine friu­lana come Louis Francescutti, presidente del Royal College of Physicians and Surgeons of Ca­nada, e Julian Fantino, ministro per la Cooperazione interna­zionale, oltre a una delegazio­ne italiana composta da Pietro Pittaro, presidente di Ente Friu­li nel Mondo, Edi Sommariva, direttore generale dell’Agenzia Regionale Turismo del Friu­li Venezia Giulia (in rappre­sentanza dell’assessore Fede­rica Seganti), e lo storico Enos Costantini. In sala c’erano an­che Ivano Cargnello, al vertice della “Federazione dei fogolârs furlans del Canada”, rappre­sentanti dei sedici club friulani presenti nel Paese e Tullio Gu­ma, neo console generale d’Ita­lia a Toronto.

Il congresso è iniziato vener­dì sera e ha concluso i lavori lu­nedì mattina, lavori organizzati in buona parte dal gruppo gio­vanile 20-Somethings. Il “cuo­re” della kermesse si è svolta sabato e domenica con nume­rosi workshop. Sabato il dottor Francescutti ha parlato di salu­te e incidenti. Carrie-Ann Smi­th, chief dell’Audience engage­ment al Pier 21, ha presentato un seminario sull’immigrazio­ne italiana attraverso il famoso molo di Halifax, diventato mu­seo nazionale. «Ho notato con piacere che è stato dato ampio spazio alla mostra sul Pier 21, molo in cui sono sbarcati tantis­simi di noi. Questo è un punto di riferimento importante, che nessuno potrà mai dimentica­re», ha commentato Julian Fan­tino. Gabriella Colussi-Arthur, docente alla York University, ha discusso della ricchezza del­la lingua friulana e delle diverse forme di questo parlato. Nadia Mior, ricercatrice alla McMa­ster University, ha invece espo­sto una ricerca sulla scelta del­la lingua degli anziani immigra­ti friulani nell’esprimersi, a se­conda del tipo di conversazio­ne. Enos Costantini, storico e scrittore di Cividale del Friuli, ha poi tenuto dei seminari sul­l’origine dei nomi, cognomi e nomignoli friulani, sull’origine dei nomi di paesi e città friula­ni, e sulla storia dei vini friula­ni. Il giovane Carmen Spada ha fatto un approfondimento sulla forma più autentica della musi­ca friulana, “la Villotta”, men­tre Angelo Boschetti ha parlato di come acquisire la cittadinan­za italiana. Infine Alberto Gris e Alberto Milan hanno dato lezio­ni di vino. La giornata di dome­nica è iniziata con un giro turi­stico a Toronto condotto da Di­no Radocchia.

Poi si è passati alle lezioni di cucina degli chef Gianni Ce­schia e Daniele Mezzolo, per concludere con il workshop di Edi Sommariva sulle mete turi­stiche più belle del Friuli Vene­zia Giulia. Si sono esibiti in di­verse riprese i musicisti Michael Ciufo, Carmen Spada, John Let­tieri e Flavio Battiston, e per tut­ta la quattro giorni è stato possi­bile visionare le mostre d’arte di Lorena Santin-Andrade, Maria Cozzi, Mario Della Rossa e del­lo stesso Ivano Cargnello, presi­dente della Federazione friulana del Canada. Il congresso è cadu­to nell’anno dell’80º anniversa­rio della Famee di Woddbridge, e nell’anno in cui è stato istitui­to un consolato canadese a Udi­ne. «Questo è motivo di grande orgoglio – ha concluso il mini­stro Fantino – Sono rare deleghe del genere, quindi è un grande segno di rispetto del primo mi­nistro Harper nei confronti della nostra comunità. È stato un la­voro di squadra con le maggiori istituzioni regionali, con la spe­ranza che il consolato porti al­l’estensione dei rapporti tra il Canada e il Friuli. Che è il tema di questo congresso».

Pittaro: «Creare le condizioni per il business»

(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)

TORONTO – Lavorare a stret­to contatto con l’assessora­to regionale all’Industria, al­le Infrastrutture e al Turismo per fare business con il Cana­da. Questa è la nuova politica di Pietro Pittaro, presidente di Ente Friuli nel Mondo, orga­nismo di riferimento per tut­ti i friulani residenti all’este­ro. L’imprenditore del setto­re vitivinicolo ha racconta­to il nuovo “modus operan­di” dell’ente durante il con­gresso legato alla “Federazio­ne dei fogolârs furlans del Ca­nada” che si è tenuto alla Fa­mee di Woodbridge durante il weekend del Ringraziamento.

Come nasce questa siner­gia con Turismo Fvg?

«Il concetto è semplice, se non creiamo una “filiera” non otteniamo nulla. È dura farla capire ai politici, quindi io cerco di far conoscere lo­ro le realtà friulane all’este­ro. Quando toccano con mano strutture come quelle di To­ronto cambiano idea. Se vo­gliamo veramente che i gio­vani abbiamo nuovi rapporti con la “terra madre” dobbia­mo creare le condizioni per il business».

A cosa può portare que­sta “filiera”?

«Abbiamo friulani che hanno fatto successo in tutti i campi, da Francescutti (pre­sidente del Royal College dei medici e chirurghi del Cana­da, ndr) a Collavino (impor­tante costruttore, ndr) a Fan­tino (ministro per la Coope­razione internazionale, ndr). L’obiettivo è mostrare ai ca­nadesi cos’è il Friuli e ai friu­lani cos’è il Canada, in un rapporto bilaterale. In questo modo si fa business».

Il tema del Congresso era “Reconnect”, cioè raf­forzare i legami tra giovani e anziani. Concetti molto ca­ri al suo Ente.

«Esatto. Il prossimo an­no festeggeremo il nostro 60° anniversario, il cui titolo sarà “Friuli nel mondo, il mondo in Friuli”. Vogliamo ospitare a Udine relatori da tutto il mon­do, che abbiamo sulla quaran­tina d’anni, che ci vengano a dire come vogliono estendere le relazioni con il Friuli».

Il presidente del Royal College of Physicians and Surgeons of Canada parla al Corriere di salute

Francescutti: «Ripensare al futuro del sistema sanitario nazionale»

(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)

TORONTO – «Il nostro sistema sanitario contribuisce alla salute della gente solo per il 20-25 per cento. Quindi dobbiamo pensare al futuro in maniera diversa». Affermazione sbalorditiva. Ancor più sorprendente se ar­riva da Louis Hugo Francescutti, presiden­te del Royal College of Physicians and Sur­geons of Canada. Il luminare, che ha genito­ri friulani e passaporto italiano, è intervenuto al congresso della Famee Furlane di Wood­bridge lo scorso weekend, tenendo un semi­nario su salute e incidenti.

Quali sono le sfide più grandi che sta affrontando nel suo prestigioso ruolo?

«Stiamo lavorando perché la professione medica pensi in maniera diversa, e credo che abbiamo fatto notevoli progressi negli ultimi anni. Ma adesso sono altre le domande che dobbiamo porci, ad esempio: “Cosa è che fa stare veramente in salute la gente”?».

Pensare in manie­ra diversa è una que­stione di educazio­ne?

«Penso che sia una conversazione diffici­le. Si tratta di un set­tore da due miliardi dollari all’anno, e il governo vuole questo cambiamento perché non è più in grado di sostenere la spesa, se non con l’aumento di tasse».

Quali sono i maggiori fattori di rischio per la nostra salute?

«Si stima che il 50 per cento delle mor­ti nei Paesi sviluppati sono prevedibili. Sono tre i fattori di rischio: fumo, inattività fisica e malnutrizione, che contribuiscono a quattro malattie gravi come diabete, cancro, malattie cardiovascolari e problemi polmo­nari cronici. Per le persone sotto i 44 anni gli incidenti sono la mag­gior causa di morte, mentre per quelli sotto i 34 anni sono gli in­cidenti stradali. Noi lavoriamo per ridurre gli incidenti».

Quali sono i “fattori” del­la salute, se il sistema sanitario contribuisce solo per il 20-25%?

«Dobbiamo ampliare il nostro approc­cio alla salute, includendo nei nostri ragiona­menti l’amore, la felicità, l’istruzione, lo sta­to sociale e di reddito, la nutrizione, le condi­zioni lavorative, la cultura, forte reti di soste­gno sociale e spirituale e altri fattori».

Quali sono i suoi impegni futuri?

«Diventerò presto presidente della Cana­dian Medical Association, cercando di porta­re avanti questo processo di cambiamento».

Sommariva, direttore generale del Turismo, descrive la strategia del “passaparola”

“Stupire” è la parola chiave della Regione Fvg

(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)

TORONTO – «Il nostro obiettivo è stupire. I turisti stranieri consi­derano il Friuli Venezia Giulia la Regione che li sorprende di più rispetto alle loro aspettative. Vuol dire che stiamo lavorando bene, e che i friulani sono brava gente». Parola di Edi Sommari­va, direttore generale dell’Agen­zia Regionale Turismo del Friuli Venezia Giulia, presente al con­gresso dei friulani che si è tenuto lo scorso weekend alla Famee di Woodbridge. Sommariva, giun­to in rappresentanza dell’asses­sore regionale al Turismo Fede­rica Seganti, domenica ha tenuto un workshop sulle mete più bel­le e sulla nuova strategia turisti­ca regionale.

Quali sono i motivi della vi­sita a Toronto?

«Tutto nasce da un accordo che abbiamo stipulato qualche mese fa con Pietro Pittaro (presi­dente di Ente Friuli nel Mondo, ndr), che si basa sul considera­re le comunità friulane nel mon­do come ambasciatori del “ma­de in Friuli”. È stata un’intesa a prima vista (quella con Pitta­ro, ndr): l’accordo vede nelle co­munità friulane un sistema di ac­compagnamento delle politiche di incoming che il Friuli sta met­tendo in piedi».

Qual è la strategia turistica che state sviluppando?

«Crediamo nella promozione della Regione attraverso il “pas­saparola”. È un meccanismo che funziona sempre, il 60 per cen­to dei nostri turisti stranieri vie­ne per il passaparola, e chi me­glio dei friulani che sono inte­grati nelle società in cui operano possono usare il passaparola».

Questa è la sua prima volta nel Paese della foglia d’acero?

«È la prima volta in Canada, e la prima volta in una Famee al­l’estero. Ho iniziato ad occupar­mi di turismo per la Regione so­lo il 2 gennaio scorso, quindi è lunga “la scalata in bicicletta al­lo Zoncolan”. Sono rimasto im­pressionato dall’organizzazione e dal complesso della Famee di Toronto. Forse i friulani non co­noscono abbastanza i friulani nel mondo, e io cercherò di farglie­lo sapere».

La strada non è semplice.

«Sappiamo che operando su mercati lontani come in Canada paghiamo un grosso handicap, è cioè che l’Italia è conosciuta per Roma, Firenze e Venezia. Dob­biamo puntare sulla diversità dell’esperienza friulana».

Qual è l’mmagine della Re­gione che volete veicolare?

«Abbiamo tanti turismi po­tenziali, non solo per l’olografia, passiamo dalla gita al mare allo sci in montagna, ma anche per le culture e per la gente. Pensiamo solo alla cucina, unica nel suo genere perché contaminata dal­la Germania, dalla Slovenia, dal­la Croazia, dagli antichi romani, etc. Noi stiamo lavorando a que­sto: costruire un valore del brand Friuli Venezia Giulia».

A quanto ammonta il suo budget per il Canada?

«Noi abbiamo un budget per mercati. Fino a ieri abbia­mo puntato molto sul turismo di prossimità, quindi Austria, Ger­mania, etc. Oggi abbiamo capi­to che dobbiamo guardare mol­to più lontano, e nello specifico vogliamo sia un turismo di ritor­no dei friulano-canadesi, ma an­che un turismo di tutti i canade­si. Metteremo delle risorse nel 2013, e cercheremo di dialogare attraverso le nuove tecnologie, meno costose e più efficaci».

Il diplomatico riprende la sua attività in Canada e dice: «Stupendo il congresso»

Il neo console: «Tornare qui è come ringiovanire»

(Articolo di Mattia Bello apparso sul Corriere Canadese del 10 ottobre 2012)

TORONTO – «È stato stupendo partecipare al congresso dei friu­lani per i contenuti dell’iniziati­va, per il numero di presenti e per la bellezza della struttura. Ma non mi stupisco perché i friulani sono sempre stati molto ben organiz­zati, e personalmente li conosco bene perché mia moglie è friula­na». Il riguardevole commento è di Tullio Guma, neo console ge­nerale d’Italia a Toronto, giunto durante il congresso dei friulani che si è svolto lo scorso fine set­timana alla Famee di Woodbrid­ge. Per il diplomatico si tratta di un ritorno nel Paese della foglia d’acero, dato che dall’87 all’ini­zio del ’92 lavorò come consi­gliere sociale all’Ambasciata di Ottawa, avendo contatti con tut­te le comunità italiane in Canada. «Dopo aver fatto l’Ambasciatore in Ghana e ancor prima in Zam­bia, tornare qui è come ringiova­nire – ha affermato Guma – Per­ché il lavoro consolare è molto di contatto con i connazionali, e poi il primo approccio con Toronto è stato emozionante». Il compi­to del console è anche quello di essere da “trait d’union” tra l’Ita­lia e la circoscrizione di Toronto. «Io cercherò sin da subito di sta­re vicino alla nostra comunità, e di curare i rapporti con le autorità provinciali dell’Ontario in tutti i settori, da quello politico a quello universitario», ha aggiunto. Pun­tando molto sulle nuove genera­zioni, come sta facendo il club friulano di Toronto. «Il fatto di vedere tanti giovani mi fa piace­re ed è molto importante. Un’al­tra nota di merito per la Famee di Woodbridge», ha concluso Tullio Guma.

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