L’emigrazione dal Friuli ha radici antiche. Una delle prime documentazioni scritte su questa vicenda che ha condizionato l’evoluzione del popolo friulano risale al 1261.
Nell’immediato secondo dopoguerra l’esigenza di mantenere un collegamento tra friulani sparsi nel mondo e la loro terra di origine assume, anche dal punto di vista istituzionale, una valenza maggiore rispetto al passato.
Su pressante richiesta delle comunità all’estero, le Istituzioni dell’epoca si fanno carico del problema dell’emigrazione friulana e, pur nella consapevolezza delle difficoltà ad esso connesse, ne sostanziano l’importanza attraverso atti concreti.
Il 12 ottobre 1948, l’Amministrazione Provinciale di Udine, il Comitato provinciale per i problemi della disoccupazione (con le rappresentanze dei Comuni, degli Enti economici, sindacali e dei vari uffici interessati alla materia) sono convocati con il preciso scopo di trattare anche il tema dell’emigrazione, permanente e temporanea, in un’ottica che favorisca la collaborazione tra lo Stato e gli Enti locali. Non poche perplessità emergono, però, sull’idoneità degli Enti locali a portare avanti attività di questo genere.
La Deputazione Provinciale costituisce un ufficio di coordinamento dei problemi della disoccupazione, la cui finalità principale è quella di riqualificare e specializzare la manodopera disoccupata, anche ai fini migratori, stabilendo rapporti di stretta collaborazione con le organizzazioni sindacali e l’Ufficio del Lavoro.
E’ la precisa volontà politica di affrontare problemi vitali per la gente friulana, oltre alla consapevolezza della necessità di un costante ed organico raccordo con i friulani emigranti, che ha permesso il superamento di quei limiti istituzionali che spesso ostacolano il raggiungimento di obiettivi importanti, in particolare in un campo nel quale la valorizzazione del volontariato e del libero associazionismo prevale indiscutibilmente, per efficacia, sensibilità, economicità e competenza, sulla lentezza e la farraginosità degli apparati burocratici.
Il 16 settembre 1951, in occasione del congresso della Società Filologica Friulana, svoltosi a Gradisca d’Isonzo, i rappresentanti dei Fogolârs Furlans esprimono l’auspicio che le Istituzioni del Friuli si accordino per la creazione di un organismo che garantisca un costante raccordo tra il Friuli ed i suoi emigrati.
Il 30 marzo 1952, l’assemblea della Società Filologica Friulana prende formalmente posizione in favore di un collegamento organico con i friulani lontani e lancia un appello, in tal senso, alle Istituzioni della Patrie.
La messa in piedi della nuova organizzazione vede particolarmente impegnati Chino Ermarcora e Alfredo Berzanti che comincia ad elaborare uno schema di statuto. Su iniziativa della Società Filologica Friulana nasce un Comitato provvisorio, presieduto da Ottavio Valerio e composto dai rappresentanti dei principali organismi delle due province friulane.
Il 25 ottobre 1952, il Consiglio provinciale di Udine accoglie, all’unanimità, la proposta della Giunta a sostenere il nuovo organismo nella fase sperimentale d’avvio, con un contributo straordinario.
Nel novembre esce il primo numero della rivista “Friuli nel Mondo”, diretto da Chino Ermacora, quella pubblicazione che, ancor oggi, costituisce un forte cordone ombelicale tra una comunità sparsa nel mondo e la sua terra di origine.
Alle ore 1 e alle ore 3 del 25 dicembre 1952, va in onda, in collaborazione con la RAI, la prima trasmissione radio per i friulani nel mondo, in particolare per quelli sparsi nelle Americhe.
Nel febbraio 1953, la stessa rivista promuove una campagna di sensibilizzazione a sostegno della richiesta del diritto di voto agli emigrati.
Con una lettera datata 17 marzo 1953, il presidente della Camera di Commercio di Udine, Enrico Morpurgo, sottopone agli enti promotori lo schema di statuto approvato dal Comitato provvisorio.
Nelle settimane successive, le deliberazioni di adesione al costituendo Ente vengono approvate dalle istituzioni interessate.
Il 15 maggio 1953 il Comitato provvisorio prende atto del formale riscontro positivo che gli enti promotori stanno dando all’iniziativa. Il giorno dopo, il Consiglio provinciale di Udine aderisce al costituendo “Ente Friuli nel Mondo”, impegnandosi a versare 200 quote sociali, secondo quanto previsto dallo schema di statuto. Nel corso della discussione, il presidente Agostino Candolini sottolinea la necessità che gli enti pubblici intervengano in prima persona nella conduzione dell’ente concludendo che “l’emigrazione è un fenomeno doloroso che tutti si augurano possa venir eliminato, ma purtroppo la situazione economica dell’Italia e del Friuli in particolare è tale da non consentire l’impiego di tutta la mano d’opera del Paese”.
Si va, quindi, rapidamente verso la fondazione di un vero e proprio Ente che avrà la sua sanzione solenne il 20 giugno 1953 nel salone del Castello di Udine, sede del Parlamento della Patria del Friuli, primo Parlamento d‘Europa. Il seguente messaggio viene indirizzato agli emigrati all’estero: “Autorità e cittadinanza di Udine e Gorizia, riunite nel Castello di Udine per la costituzione dell’Ente “Friuli nel mondo”, salutano commosse le migliaia e migliaia di friulani operosi dalle Americhe all’Africa, dall’Asia all’Australia, in tutta l’Europa, e nelle altre Regioni d’Italia, assicurandoli che da oggi, 20 giugno 1953, il ponte ideale che li unisce alla patria terra sarà ancor più e meglio rafforzato. Nel nome del Friuli e dell’Italia, a tutti l’invito di sostenerci fraternamente, nell’ideale di potenziare il lavoro nostro in ogni Continente”.
Il 13 luglio 1953, l’Assemblea costitutiva, composta dai Presidenti delle Province di Udine e Gorizia, delle Camere di Commercio, degli Enti Provinciali del Turismo, delle Casse di Risparmio, dai Direttori degli Uffici Provinciali del Lavoro, dai Sindaci di Udine, Gorizia, Pordenone e Tolmezzo, approva l’Atto costitutivo e lo Statuto (rogito notaio Giusto Bronzin n. 17095/96890 di repertorio).
Il 15 settembre, la Giunta esecutiva dell’Ente, presieduta dall’on. Tiziano Tessitori, rivolge l’invito a tutti i Comuni friulani di associarsi all’Ente in modo che questo diventi sempre più radicato, nelle sue attività, in ogni luogo del Friuli.
I due milioni e mezzo di friulani che vivono in ogni continente dispongono di un organismo istituzionale che li rappresenta e di uno strumento di collegamento con la terra di origine in grado di coordinarne e promuoverne l’espressione in ogni settore di attività.
Al tempo l’Ente Friuli nel Mondo fu l’unico organismo del genere esistente in Italia. Il suo organo ufficiale, il mensile “Friuli nel Mondo”, esce ininterrottamente dal novembre 1952 con una tiratura che, nel 1958, supererà le 25.000 copie. Ancor oggi continua a tenere viva, aggiornandola alle esigenze dei tempi che cambiano, la coscienza friulana in ogni angolo del pianeta.
Il 21 giugno 1981, ai sensi dell’art. 16 della Legge regionale n° 51 del 1980, con propria deliberazione n° 2288, la Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia riconosce all’Ente Friuli nel Mondo la funzione di servizio sociale, culturale e assistenziale di interesse regionale.
La mission
Pensare l’Ente Friuli nel Mondo non significa soltanto richiamare quei valori di friulanità culturale e solidarietà sociale promossi da mezzo secolo; bisogna, anche, riconoscergli la capacità di aver preso attivamente coscienza dell’importanza che i legami dei migranti con la terra di origine e la costituzione delle “reti etniche” vengono ad assumere nell’economia mondiale, soprattutto alla luce dell’evoluzione più recente delle teorie dello sviluppo economico.
E’ in questa prospettiva che si va attuando un progetto di internazionalizzazione del Friuli con la valorizzazione delle enormi potenzialità sociali, culturali, scientifiche, politiche ed economiche delle comunità friulane nel mondo. Il problema dell’emigrazione si trasforma in mobilità internazionale delle risorse umane, fenomeno da considerare sempre di più come “risorsa” e “fattore di potenza” sia a livello del Friuli che nel contesto internazionale.
La precisa volontà di raggiungere questo obiettivo si manifesta con la promozione, da parte dell’Ente, di una serie di attività innovative che, tramite una diversa organizzazione dei rapporti con la diaspora, consenta di essere al centro di una rete mondiale di relazioni altamente proficue ed influenti.
Forte di importanti convenzioni di collaborazione con istituzioni regionali ed internazionali, è oggi un “braccio operativo” del “sistema Friuli Venezia Giulia” nella realizzazione di alcuni importanti progetti.