La ricerca delle origini in Friuli Venezia Giulia

Per ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana, le persone discendenti di cittadini italiani possono presentare la domanda all’Autorità consolare competente in relazione alla loro residenza all’estero, inoltre è necessario dimostrare che i propri ascendenti in linea retta hanno mantenuto senza alcuna interruzione la cittadinanza italiana.


La domanda per il riconoscimento deve essere accompagnata da una documentazione che comprende anche gli atti di nascita originali dei propri antenati, documenti che spesso sono difficili da reperire.
L’atto di nascita del proprio antenato deve essere richiesto all’Ufficio di Stato Civile di nascita dell’antenato stesso.
L’Ufficio di Stato Civile è quell’istituzione che si occupa delle iscrizioni, annotazioni e tenuta dei Registri di Stato Civile. I Registri di Stato Civile sono quattro: cittadinanza, nascita, matrimonio e morte. Per ognuna di queste materie, l’Ufficio ha la competenza di rilasciare certificati dei documenti depositati agli atti dell’ufficio che attestino appunto lo "stato civile" di ciascun individuo.


Gli Uffici di stato civile si trovavano:


• presso i Comuni (enti territoriali che dal 1871 conservano gli atti di nascita, di matrimonio e di morte dei cittadini) o
• presso le Parrocchie (circoscrizioni ecclesiastiche che raccolgono i registri di nascita, di matrimonio e di morte dei cittadini italiani riferiti al periodo antecedente all’istituzione dei Comuni). Questo perché il Friuli Venezia Giulia non entra contemporaneamente nel Regno d’Italia e quindi dopo il 1866 ancora diversi territori rimangono soggetti alle leggi del governo austriaco. Pertanto, mentre l’Italia affidava nel 1871 il servizio di stato civile ai comuni, l’Austria continuava a far svolgere le funzioni di ufficiale di stato civile ai parroci.


Il Friuli italiano e il Friuli austriaco nel 1866


Per lo svolgimento della ricerca è quindi in primo luogo necessario individuare sul territorio regionale l’Ufficio che conserva la documentazione utile ad ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana.


IL TERRITORIO GLI UFFICI DI STATO CIVILE


1815-1865 L’intero territorio che comprende le attuali provincie di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste si trova sotto la dominazione austriaca. 1815-1865 Gli uffici di stato civile secondo la normativa austriaca si trovano presso le parrocchie.


1866 Il Friuli italiano. Il Friuli che entra a far parte del Regno d’Italia con la denominazione di provincia di Udine comprende un vastissimo territorio dal fiume Livenza al fiume Judrio, dal mare a Pontebba. Confina a nord e a est con i territori austriaci di Klagenfurt, Plezzo, Tolmino, Gorizia. A ovest con i territori di Portogruaro, Oderzo, Conegliano, Vittorio Veneto e il Cadore. 1866 Nonostante l’annessione al Regno d’Italia gli uffici di stato civile rimangono ancora per tutto il territorio annesso presso le parrocchie.


1871 Il governo italiano istituisce gli uffici di stato civile presso i comuni.


1866 Il Friuli austriaco. Le località di Gorizia, Gradisca, Cervignano, Aquileia, Aiello, Tarvisio, parte di Pontebba rimangono ancora sotto l’amministrazione austriaca. 1866-1920 In queste località rimane ancora in vigore la normativa austriaca che prevede l’ufficio di stato civile affidato ai parroci.I documenti anagrafici vengono conservati presso le parrocchie.


1919-1926 Dopo la I guerra mondiale i territori che erano rimasti all’Austria (Gorizia, Tarvisio, Cervignano, Aquileia, ecc) entrano a far parte del Regno d’Italia sotto la provincia di Udine ribattezzata provincia del Friuli. La provincia di Trieste italiana costituisce un’amministrazione a sé stante a partire dal 1923. 1921 Anche in questi territori entra in vigore la normativa italiana e pertanto gli uffici di stato civile diventano funzionanti presso i comuni.


1927 Viene istituita la provincia di Gorizia che in tal modo si stacca da Udine. Essa comprende i territori del distretto di Monfalcone e quelli del distretto di Idria. In questa ridistribuzione del territorio a Udine vengono affidati i comuni del distretto di Cervignano e del distretto di Tarvisio. Gli uffici di stato civile si trovano presso i comuni.


1947 Con il trattato di pace che conclude la II guerra mondiale vengono ritoccati i confini nazionali per la cessione di alcuni territori alla Jugoslavia. Di conseguenza si modifica la preesistente provincia di Gorizia che riduce il suo territorio. Da questa data a oggi essa comprende i territori dei comuni di Gorizia, Capriva, Cormons, Doberdò del Lago, Dolegna del Collio, Farra d’Isonzo, Fogliano-Redipuglia, Gradisca, Grado, Mariano del Friuli, Medea, Monfalcone, Moraro, Mossa, Romans d’Isonzo, Ronchi dei Legionari, Sagrado, San Canzian d’Isonzo, San Floriano, San Lorenzo, San Pier d’Isonzo, Savogna d’Isonzo, Staranzano, Turriaco, Villesse. La provincia di Udine resta territorialmente invariata. Gli uffici di stato civile si trovano presso i comuni.


1954 Viene definita anche la provincia di Trieste che nell’accordo siglato a livello internazionale comprende i comuni di Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico nonché il capoluogo Trieste. Gli uffici di stato civile si trovano presso i comuni.


1963 Dalla provincia di Udine vengono staccati i comuni della destra Tagliamento per formare la nuova provincia di Pordenone che comprende oltre alla città capoluogo anche i comuni di Andreis, Arba, Arzene, Aviano, Azzano X, Barcis, Brugnera, Budoia, Caneva, Casarsa della Delizia, Castelnuovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Chions, Cimolais, Claut, Clauzetto, Cordenons, Cordovado, Erto e Casso, Fanna, Fiume Veneto, Fontanafredda, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Morsano al Tagliamento, Pasiano di Pordenone, Pravisdomini, Roveredo in Piano, Sacile, San Giorgio della Richinvelda, San Martino al Tagliamento, San Quirino, San Vito al Tagliamento, Sequals, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Travesio, Vajont, Valvasone, Vito d’Asio, Vivaro, Zoppola. Gli uffici di stato civile si trovano presso i comuni.


La ricerca della documentazione si svolge presso i Comuni, le Diocesi e le Parrocchie, e gli Archivi di Stato (Istituti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che conservano i registri di nascita, di matrimonio, di morte e i documenti di iscrizione alla lista di leva dei cittadini italiani).
Gli Archivi di Stato, consultando i registri di iscrizione alla lista di leva, che venivano compilati dai sindaci per gli uffici militari, possono risalire al comune di origine degli antenati maschi. Un’altra fonte utile alla ricerca, è il ruolo matricolare qualora l’antenato abbia prestato il servizio militare nell’esercito italiano. Da tali documenti infatti si può risalire al Comune di origine dell’antenato e quindi si può inoltrare all’Ufficio anagrafico dello stesso la domanda della documentazione necessaria.