ROMA Il dottor Adriano Degano, personaggio di alto
profilo, riferimento per i friulani a Roma, si è spento, nella notte fra sabato
17 e domenica 18 maggio, nella sua casa di Roma, nei pressi delle mura
vaticane, seguito amorevolmente dalla moglie Diana e dai figli. Sposato con
Diana Peresson, originaria di Piano d’Arta, nel 1939, ha avuto tre figli:
Antonella, che è stata occupata fino a un paio di anni fa presso l’Ufficio
studi della Camera dei Deputati; Paolo, architetto, che da trent’anni vive e
opera in Venezuela; Ilaria, giornalista Rai e segretaria di redazione della
trasmissione “Elisir” di Mirabella.
Intensa
l’attività di Adriano Degano, nato a Povoletto il 16 settembre 1920.
E’
stato promotore di eventi, incontri, convegni, conferenze e premi e anche
presentatore di proposte di legge a favore dei lavoratori migranti. Detiene
anche il record: quello di essere stato per 40 anni presidente del Fogolâr
Furlan di Roma. Laureato in lettere, giornalista pubblicista, diploma di
tecnico esperto in pubbliche relazioni, cavaliere di Gran Croce al Merito della
Repubblica, commendatore dell’Ordine del Santo Sepolcro, accademico
dell’Accademia internazionale Teatina per le Scienze con sede a Chieti,
accademico degli Incamminati di Forlì, accademico della Deputazione di Storia
Patria del Friuli, consigliere di Friuli nel Mondo, presidente dell’Ucemi,
Federazione internazionale associazioni cristiane degli emigranti italiani.
Da
giovane, nel 1944 e 1945, è stato responsabile per il mandamento di Cividale
dei Gruppi di azione patriottica. Promotore e presidente del Comitato per la
realizzazione dell’asilo infantile di Povoletto, poi scuola media e ora
Municipio. Venzone gli ha conferito la cittadinanza onoraria per aver inviato,
subito dopo il terremoto, 32 roulottes. Cittadinanza onoraria anche a Povoletto
a cui ha fatto dono di oltre 2000 volumi promuovendo l’istituzione della
Biblioteca comunale.
Trasferitosi
a Roma nel 1961, ha ricoperto l’incarico di dirigente dell’Ufficio rapporti
internazionali Inps e, dal 1974 al 1979, membro del Comitato consultivo della
Cee per la sicurezza sociale dei lavoratori migranti.
Sempre
in favore dei lavoratori migranti ha collaborato alla stesura di numerose
convenzioni internazionali, in particolare ha proposto e sostenuto davanti alla
Commissione affari costituzionali della Camera l’articolo 8 della legge 153/69
che concedeva agli italiani emigranti la pensione minima italiana, emendamento
accettato e sostenuto dal Ministero del lavoro e dall’allora ministro Mario
Toros.
Nel
1974, in seno alla Cee, ha proposto l’armonizzazione dei regimi di sicurezza
sociale nella Comunità europea , l’unificazione dei sistemi di pagamento delle
pensioni negli Stati Cee e il riconoscimento del diritto ai versamenti
volontari in Italia agli invalidi rimpatriati dalla Svizzera.
Ha
ricoperto, inoltre, altri vari incarichi: vicepresidente, dal 1972 al 1988, del
Comitato regionale emigrazione del Friuli Venezia Giulia, consigliere “Ente
regionale migranti”, consigliere della Società Filologica friulana,
vicepresidente della Face, presidente dell’Autoclub turistico Inps, nobile del
Ducato dei vini friulani.
Per
tutta questa sua incessante attività, svolta ininterrottamente per tantissimi
anni come presidente del Fogolâr Furlan di Roma, ha ottenuto diversi
riconoscimenti. Tra i premi: premio internazionale “Cronaca 1977”, premio
“Artefici cristiani dal mondo del lavoro” (Milano 1992); premio “Nadal Furlan”
(Buja
1993); Premio della Simpatia (Roma 1993), premio “Marcello D’Olivo”
(Lignano
1998); Premio Epifania (Tarcento 2003); premio Paul Harris Yellow dal Rotary
Internazionale; premio Merit Furlan (2009).
Ha
ideato e realizzato ben nove edizioni del Premio “Giovanni da Udine, presenza
friulana a Roma e nel Lazio”. L’ottava e la nona edizione si sono svolte in
Quirinale alla presenza dei Presidenti della Repubblica Scalfaro e Ciampi, al
quale è stata donata una scultura di Franco Maschio, scultore di Majano. Ha
promosso ed organizzato, nel 2002, la mostra “50 anni di Friuli a Roma”. Come
autore ha pubblicato, nel 2007, assieme all’accademico dei Lincei prof. Bruno
Martinis, con foto di Elio e Stefano Ciol, per i tipi di Chiandetti, il volume
“Friuli. Natura, geologia, storia, paesaggio e arte” e, nel 2009, il libro
autobiografico “Paulêt mi sovèn… Povoletto mi ricorda … Storie, fatti,
documenti, personaggi”, edito da La Nuova Base.
Per
il 60° del Fogolâr, nel 2010, ha
organizzato con Friuli nel Mondo il convegno dei Fogolârs d’Italia e le celebrazioni per il
650° Giubileo della Madonna di Monte Lussari, portata a Roma in udienza dal
Santo Padre Benedetto XVI. In quell’occasione ha donato al Vaticano un calice
d’argento di arte francese dell’Ottocento e una patena d’argento.
Fra
i suoi programmi, che purtroppo non è riuscito a realizzare, c’era quello di essere
ricevuto, il 7 maggio, da Papa Francesco per il 75° anniversario di matrimonio.
Ha voluto, comunque, suggellare la ricorrenza donando al Vaticano un artistico
incensiere.
Ma
tanti altri programmi sono rimasti sulla carta, perché Adriano Degano non voleva
fermarsi e, con i suoi 93 anni, ha addirittura, negli ultimi giorni, stilato
una memoria da inviare al presidente del consiglio Renzi per mettere un po’ di
ordine nelle ferrovie italiane.
I
funerali si sono svolti a Roma martedì, 20 maggio, nella Chiesa di Santa Maria
delle Grazie e il giorno successivo è stato sepolto nella nativa Povoletto, con
molta partecipazione di amici e conoscenti.
Silvano
Bertossi