PORDENONE. Su Radici e futuro e Lidrîs e il doman si sono incentrati i confronti tra i partecipanti alla Convention dei friulani nel mondo.

Stamattina a Pordenone Franco Iacop, presidente del Consiglio Regionale, ha espresso la volontà della regione di trovare delle sinergie tra le varie realtà e associazioni dei friulani all’estero. “Dovranno essere collegate tra loro – spiega Iacop – perché non esistono più i tempi di ‘Fasin di besoi’, far andare tutti nella stessa direzione sarà uno degli obiettivi principali della Regione.

Il presidente dell’Ente Friuli nel Mondo Pietro Pittaro ha portato l’esempio del Canada dove esiste un ministero dedicato all’emigrazione e si è auspica che anche la regione si strutturi in modo da poter gestire al meglio tutte le realtà dei corregionali che vivono al di fuori dei confini regionali per ottimizzare la rete esistente e fornire loro maggior supporto.

Il messaggio che gli emigranti provenienti da ogni luogo del pianeta e i loro discendenti hanno lanciato all’unisono è quello di essere ascoltati. Ascoltati dalle istituzioni che sembrano sorde, dalla Regione, dalla Camera di commercio perché i  Fogolârs non sono più polenta e amarcord ma oggi sono sinonimo di opportunità e di potenzialità nei più disparati settori: commercio, enogastronomia, turismo, occupazione, formazione e altro ancora. Una rete capillare mondiale che può fungere da veicolo di promozione per i prodotti, il territorio, ma rappresenta anche una possibilità di sostegno e aiuto agli imprenditori, commercianti e giovani friulani in cerca di un’esperienza professionale all’estero.

“Io non riesco a reperire – spiega Anita Cossettini  presidente del Fogolâr di Tulear – figure professionali nel settore del food & beverage per i miei hotel, oppure qualcuno che possa affiancarmi o sostituirmi nella mia attività di direttrice portuale. Le opportunità di lavoro in Madagascar sono molte e bisognerebbe creare un database di domanda e offerta fornendo la possibilità di un contatto a noi imprenditori friulani all’estero e ai corregionali desiderosi di farsi un’esperienza lavorativa fuori regione. Sull’isola è in espansione il turismo, l’agronomia, il tessile, l’edilizia. Ci terrei a sottolineare che il vino malagasy è pessimo e il know how dei friulani sarebbe determinante per sviluppare e migliorare il settore. Bisognerebbe intraprendere una collaborazione”.  

Tra gli “appunti” dei relatori c’è anche quello relativo al turismo. “La  rete dei sodalizi friulani – sottolinea Francesco Pittoni fresco di nomina presidenziale al Fogolâr di Roma –  è un patrimonio praticamente a costo zero nelle mani della Regione Friuli Venezia Giulia. Nella capitale trovi depliant delle varie regioni italiane, del nostro fantastico Friuli non c’è traccia. Le bellezze paesaggistiche e tutti i percorsi collegati devono essere evidenziati ed entrare in contatto, attraverso una diffusione capillare, col possibile bacino turistico”.

Tra i nuovi sodalizi sono in incremento quelli retti dalla nuova emigrazione, ovvero quelli asiatici. “L’associazionismo straniero – spiega Daniele D’Odorico – è fortemente ostacolato in queste zone. Io vivo in Vietnam e aprire un Fogolâr a Saigon è stato per me motivo d’orgoglio e farò il possibile perché continui a esistere ed espandersi nonostante le difficoltà e gli ostruzionismi. Siamo 20 soci ma a ogni incontro partecipano sempre più simpatizzanti e così riusciamo a far conoscere il nostro bel Friuli e tutto ciò che lo caratterizza. Però non possiamo sopravvivere in trincea senza aiuti da parte delle istituzioni, quindi faccio un appello alla Regione perché ci fornisca il necessario sostegno”.  

Anna Maria Toppazzini, originaria di San Daniele, è la presidente del Fogolâr canadese di Winnipeg. “In Canada – esordisce – abbiamo più di 250.000 persone di origini friulane. Tutti potenziali turisti alla scoperta dei territori delle loro radici e possibili consumatori dei nostri prodotti. Penso che le degustazioni siano momenti importanti e cerco di far apprezzare i nostri prodotti e spero di intraprendere quanto prima una stretta collaborazione con gli enti preposti esistenti in Friuli Venezia Giulia. Il legame con le radici è sempre sentito ma va mantenuto, in questo periodo c’è un ricambio generazionale e se i giovani che prendono il testimone dei Fogolârs non ricevono stimoli dalla terra d’origine rischiamo che tutto quello che è stato realizzato dai nostri padri e nonni vada perso”.

Alla discussione è intervenuto anche Emilio Grion del Fogolâr argentino di Colonia Caroya e l’ingegnere Salvatore De Luna dell’azienda CEO Cimolai s.p.a. di Pordenone sottolineando le capacità dei friulani citando l’esempio della Cimolari che ha realizzato e continua a edificare opere di importanza nazionale in ogni parte del pianeta.

Alla convention era presente anche l’ateneo del capoluogo friulano che, nella figura del professor Angelo Vianello dell’Università degli studi di Udine ha segnalato un nuovo progetto di collaborazione tra università e i vari Fogolârs mondiali che prenderà avvio a breve.

Domani, il programma conclusivo della Convention prevede alle 10 l’apertura ufficiale della manifestazione, con l’accompagnamento della Filarmonica città di Pordenone. Alle 10.15 Deposizione di una corona al monumento ai caduti per la patria. Corteo lungo Piazza XX Settembre, Piazza Cavour e Corso Vittorio Emanuele. Dopo la messa solenne, prevista alle 11 in Duomo,  alle 12 le Autorità porgeranno i loro saluti nella Loggia del Municipio. L’ultimo appuntamento della Convention è il classico pranzo sociale che si terrà nei padiglioni della Fiera. Prossimo appuntamento nel 2015.

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